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Public Art e spazi urbani
a cura di Annalisa Cattani, Fabrizio Rivola , Federico Montanari e Ruggero Ragonese.
deadline: 30 marzo 2022
➞ PDFL'Arte pubblica negli ultimi decenni ha di fatto costituito la possibilità di inserire le pratiche dell'arte all'interno di spazi o in connessione con i numerosi linguaggi e narrazioni già presenti nella città e nelle sue rappresentazioni.
Le sue origini possono essere fatte risalire come è noto ai linguaggi delle avanguardie storiche e delle loro riproposizioni nel corso dello scorso secolo, in particolare negli anni Sessanta, quando emergeva la necessità di un'Arte partecipata secondo varie modalità e intenzioni.
Oggi l'Arte pubblica urbana risente in particolare del dibattito critico che ha avuto origine soprattutto negli Stati Uniti, a partire dagli anni Ottanta, in seguito alle discussioni e tensioni nate attorno ad alcune opere pubbliche e in rapporto agli abitanti del luogo scelto dall'artista e al contesto spaziale e sociale di riferimento. Nel 1989 Richard Serra (Tilted Arc, Federal Plaza, NY) crea una installazione che si oppone all'idea di arte funzionale e di rappresentanza per esprimere anche le caratteristiche conflittuali dello spazio pubblico. Le tipologie si sono dunque avvicendate secondo i paradigmi di “arte nello spazio pubblico”, “arte come spazio pubblico” e “arte verso il pubblico interesse”.
Queste tematiche offrono un'interessante parziale sovrapposizione con anche altre pratiche presenti nello spazio urbano come quelle dell'arte attivista o, ancora, del Guerrilla Marketing dove operazioni assai simili dal punto di vista formale differiscono molto per quel che riguarda la loro efficacia e destinazione. Più in generale, sembra allora interessante tenere in considerazione anche le diverse forme di scambio, di traduzione o appropriazione, spesso reciproca, fra arte pubblica, comunicazione e, appunto, esempi più o meno recenti di marketing e pubblicità.
Queste pratiche hanno inoltre cambiato le forme della narrazione e discorso dello spazio urbano e dei luoghi, provocandone spesso la trasformazione, in alcuni casi riorganizzandone di nuove.
Queste forme d'arte, infine, forniscono nuovi sguardi e nuovi approcci alla possibilità di costruire comunità, promuovendo processi di partecipazione sempre più attivi.
Nata con forme varie, la pratica della Public Art, basti pensare alla differenziazione tra site-specific permanente e temporaneo, aveva come caratteristica quella di rivolgersi in particolare al luogo scelto. Tuttavia, con l'avvento dei social media le documentazioni di arte pubblica hanno creato un nuovo statuto delle opere che diventano tutte permanenti in rete all'interno di innumerevoli contesti.
La Public Art entra dunque anche nel gioco del content marketing e del marketing esperienziale che ha creato nuovi bisogni e obiettivi, quali informare, intrattenere, educare, fare partecipare.
Nel momento in cui il marketing si pone nel ruolo di diventare esperto del racconto e di tutte le sue dinamiche retoriche si possono riprendere questi strumenti già noti in ambito teorico per uno studio delle evoluzioni delle narrazioni che avvengono in questo ambito.
Più in generale, possibili direzioni di ricerca rispetto dunque ai processi di significazione e narrazione possono essere quelle della: bidirezionalità, delle storie aperte, delle narrazioni ininterrotte, del passaggio da dinamiche drop down a quelle peer to peer, di trasformazione degli spettatori e dei consumatori in “spett-attori” e “consum-attori”.
Questi sono alcuni dei possibili concetti messi in gioco, assieme a quelli di iconoclastia, damnatio memoriae, ri-significazione che hanno interessato il discorso dell'arte pubblica negli ultimi tempi (pensiamo anche al rapporto con la distruzione, o riappropriazione dei monumenti).
Questa call è rivolta sia agli studiosi di scienze sociali, di semiotica (semiotica dell’arte e sociosemiotica), così come all’ambito più vasto dei Visual Studies, dell’antropologia, del design e degli studi urbani. Ma vorrebbe essere anche un numero di rivista che coinvolge artisti e ricercatori nel campo dell’arte.
Scadenze
Consegna abstract: 30 marzo 2022
Notifica di accettazione o rifiuto dell’abstract: 15 aprile 2022
Consegna saggi: 15 luglio 2022
Notifica accettazione o richiesta revisione dopo blind peer review: 30 ottobre 2022
Invio dei saggi per l'impaginazione: 15 novembre 2022
Pubblicazione prevista: 15 dicembre 2022
Lingue accettate: Italiano, Inglese, Francese.
L’abstract e il saggio vanno inviati a:
Annalisa Cattani: annalisacattani7@gmail.com
Federico Montanari: federico.montanari@unimore.it
Fabrizio Rivola: fabriziorivolastudio@gmail.com
Ruggero Ragonese: ruggero.ragonese@unimore.it
Informazioni
– L’accettazione dei saggi e la loro pubblicazione è sottoposta a double blind peer review.
– Per la redazione del saggio gli autori sono pregati di consultare la pagina "Come si collabora" in questo sito
essa contenute.
– I saggi non hanno limiti di spazio, ma si chiede di stare orientativamente entro i 40.000 caratteri (inclusi spazi, note e bibliografia finale).
– Sono accettati i formati standard .rtf, .doc, .docx, .otd.
– I saggi possono essere corredati da immagini di qualsiasi tipo.
– Le immagini (foto, grafi, tabelle) dovranno essere fornite sia all’interno del file di testo sia raccolte in una cartella a parte nei formati .jpg, .png, .tif, .eps, .psd.
– Gli autori dovranno inviare due file: uno in forma anonima, da inviare ai revisori; l’altro contenente nome e cognome, affiliazione, email, eventuale sito web, note biografiche.
– Nel file anonimo in tutti i riferimenti bibliografici all’autore nome e cognome saranno sostiuite da "Autore", e tutti i titoli delle pubblicazioni da "Titolo della pubblicazione". Rimarrà invece in chiaro la data.
– È necessario aggiungere un abstract del saggio, sia in italiano sia in inglese.
Riferimenti bibliografici
Birrozzi, C., Pugliese, M., 2007, a cura, L’arte pubblica nello spazio urbano, Milano, Bruno Mondadori.
Bishop, Cl., 2015, Inferni artificiali. La politica della spettatorialità, Roma, Luca Sossella.
Bourriaud, N., 2010, Estetica relazionale, Milano, Postmedia Books. Bourriaud, N., 2016, L'exforma. Arte, ideologia e scarto, Milano, Postmedia Books.
Campitelli, M., Vladilo, E., 2008, Public Art a Trieste e dintorni, Milano, Silvanaeditoriale.
Courage, C., 2017, Art in Place. The Arts, the Urban and Social Practice, London-New York, Routledge.
Gaglianò, P., 2016, Memento. L’ossessione del visibile, Milano, Postmedia Books.
Groys, B., 2013, Going public, Milano, Postmedia Books.
Marrone, G., Pezzini, I., 2006, Senso e metropoli I. Per una semiotica posturbana, Roma, Meltemi.
Marrone, G., Pezzini, I., 2008, Senso e metropoli II. I linguaggi della città, Roma, Meltemi.