Be cool. Come nasce una icona culturale
a cura di Andrea Bernardelli e Eduardo Grillo.
deadline: 27 novembre 2018
Esistono elementi culturali subito riconoscibili, ripetuti in vari contesti, che conservano intatti ad ogni apparizione fascino e capacità produttiva. Le chiamiamo icone culturali per ricalcare un uso popolare, ma si possono identificare con i topoi, luoghi privilegiati delle dinamiche culturali, gli archetipi o anche i miti, sia in senso barthesiano sia in senso più ampio (Barthes 1957). Si tratta di frammenti di narrazioni o immagini che acquisiscono vita propria e vengono citati e goduti al di là del contesto di provenienza, spesso anzi oscurandolo fino a prescinderne completamente.
Si tratta di elementi estremamente mobili, spesso in grado di dare vita a narrazioni transmediali di grande estensione (Jenkins 2006). Se un tempo queste figure venivano perlopiù dai domini letterario e strettamente visuale, oggi emergono dal mondo degli audiovisivi - film e serie tv in particolare (Scaglioni 2006) - e dai nuovi media, come nel caso dei meme, ossia il formato corrente di satira e intrattenimento sul web.
Virali per definizione, possono giungere a costituire un “canone selvaggio” (Eibl 1998), una sorta di ‘sezione’ dell’enciclopedia che si é tentati di identificare con l’immaginario. Sono forme durevoli, capaci di sopportare metamorfosi semantiche anche radicali pur restando sempre riconoscibili.
Se singole icone culturali sono state già ampiamente descritte (Fiorentino 2009), ci interessa soprattutto il modo in cui si generano e si diffondono: i ‘meccanismi’ che presiedono alla loro formazione. E’ naturalmente possibile interrogarsi sullo statuto delle icone culturali in ogni ambito socio-culturale e con attenzione a ogni veicolo mediale, dal cinema alla televisione, dalla letteratura ai nuovi media, dalla fotografia alla pittura.
Di seguito un elenco non esaustivo di alcuni possibili ambiti di riflessione:
- Il linguaggio comune parla di immagini o personaggi ‘iconici’. Cosa hanno in comune le icone culturali con le icone religiose, considerando la loro riconoscibilità pressoché immediata a partire da un insieme di tratti stilizzati e ipercodificati propria di questi oggetti di culto? E quanto e come la nozione di culto può applicarsi a questi nuovi veicoli di ‘devozione’ culturale?
- La tentazione di servirsi del concetto ancora vago di ‘immaginario’ è davvero legittimo? Quali sono i rapporti tra enciclopedia, intesa sia come thesaurus di forme sia come insieme di regole per la formazione di unità culturali, e quello di immaginario?
- E’ quasi spontaneo riferirsi alle icone culturali in termini di intertestualità. Ma in cosa consiste più nel dettaglio la natura intertestuale delle ‘icone’? In che modo evocano ancora il contesto di appartenenza? Come riescono a distaccarsene?
- Strettamente collegato al punto precedente è la supposta natura archetipica delle ‘icone’. Se è così, lo sono in partenza o lo diventano una volta che hanno cominciato a diffondersi?
- Cosa consente a un’icona culturale di diventare un riferimento politico-ideologico? Quali sono invece gli effetti più propriamente estetologici della loro diffusione e fruizione?
- Che ruolo giocano le icone culturali nel campo dei nuovi media attraverso concetti come quelli di transmedialità e di viralità?
- Che ruolo svolgono nel successo o insuccesso di un prodotto culturale, letterario, audiovisivo, musicale?
- Perché si parla tanto spesso di icone culturali nel campo del marketing e del discorso pubblicitario?
- Quali influenze hanno, e se ne hanno, le icone culturali nella formazione di abiti di comportamento, stereotipi culturali, orientamenti politici?
- In che modo alcune icone culturali possono rappresentare tematiche politico-culturali di gender o LGBT?
- Come determinate icone culturali possono rappresentare o decostruire nozioni come quelle di razza o di etnia?
Informazioni
- L’accettazione dei saggi e la loro pubblicazione é sottoposta a double blind peer review.
- Per la redazione del saggio gli autori sono pregati di consultare la pagina “Come si collabora” in questo sito e di prendere visione delle procedure e delle indicazioni in essa contenute.
- I saggi non hanno limiti di spazio, ma si chiede di stare orientativamente entro i 40.000 caratteri (inclusi spazi, note e bibliografia finale).
- Sono accettati i formati standard .doc, .docx, .otd.
- I saggi possono essere corredati da immagini di qualsiasi tipo.
- Le immagini (foto, grafi, tabelle) dovranno essere fornite sia all’interno del file di testo sia a parte, nei formati .jpg, .png, .tif, .eps, .psd.
- Gli autori dovranno inviare due file: uno in forma anonima, da inviare ai revisori; l’altro contenente nome e cognome, affiliazione, email, eventuale sito web, note biografiche.
- Nel file anonimo in tutti i riferimenti bibliografici all’autore nome e cognome saranno sostituiti da “Autore”, e tutti i titoli delle pubblicazioni da”Titolo della pubblicazione”. Rimarrà invece in chiaro la data.
- E’ necessario aggiungere un abstract del saggio, sia in italiano che in inglese (max 2000 caratteri).
Deadline
- Consegna abstract: entro il 30 gennaio 2019.
- Consegna saggi: entro il 30 maggio 2019.
- Notifica accettazione o richiesta revisione dopo blind peer review: entro il 30 luglio 2019.
- Pubblicazione prevista: entro il 30 novembre 2019.
Lingue accettate: Italiano, Inglese.
L'abstract e il saggio vanno inviati a:
Redazione Ocula: redazione@ocula.it
Andrea Bernardelli: andrea.bernardelli@unipg.it
Eduardo Grillo: eduardogrillo79@gmail.com
Bibliografia di riferimento
Barthes, R. (1957),
Mythologies, Paris, Seuil (trd. It. Miti d'oggi, Torino, Einaudi, 1974).
Brooker, W. (2001),
Batman Unmasked: Analysing a Cultural Icon, New York, Continuum.
Eco, U. (1963), "Fenomenologia di Mike Bongiorno", in
Diario minimo, Milano, Bompiani, pp. 30-5.
Eco, U. (1976),
Il superuomo di massa. Retorica e ideologia nel romanzo popolare, Milano, Bompiani.
Eco, U. (1977), "Casablanca, o la rinascita degli dei", in Id.,
Dalla periferia dell'impero, Milano, Bompiani, pp. 138-143.
Eco, U. (1984), "Dizionario vs. enciclopedia", in
Semiotica e filosofia del linguaggio, Torino, Einaudi, pp. 55-198.
Eibl, K. (1998), �Textk�rper un Textbedeutung. " Textkï per un Text Bedeutung über die Aggregatzustinde von Literatur, mit einigen Beispielen aus der Geschichte des Faust-Stoffes", in von Heydebrandt R. (hrsg.),
Kanon Macht Kultur. Theoretische, historische und soziale Aspekte Estetischen Kanonbildung, Stuttgart-Weimar: Metzler, pp. 60-77.
Fiorentino, F. (2009), a cura di,
Icone culturali d'Europa, Macerata, Quodlibet.
Heyer, P. (2012),
Titanic Century: Media, Myth, and the Making of a Cultural Icon, London, Praeger.
Jenkins, H. (2006),
Convergence Culture. Where Old and New Media Collide, New York, New York University Press.
Panofsky, E. (1955),
Meaning in the Visual Arts, Papers in and on Art History, New York, Garden City (trad. it.
Il significato nelle arti visive, introduzione di Enrico Castelnuovo e Maurizio Ghelardi, Torino, Einaudi, 1999).
Scaglioni, M. (2006),
Tv di culto. La serialit� televisiva e il suo fandom, Milano, Vita & Pensiero.
Spaziante, L. (2016),
Icone pop. Identit� e apparenze tra semiotica e musica, Milano, Pearson.
Warburg, A. (1966),
La rinascita del paganesimo antico, contributi alla storia della cultura raccolti da Gertrud Bing, Firenze, La nuova Italia.