Negli ultimi anni, diversi studiosi si sono messi in contatto con me o con Maria Pia Pozzato, curatrice di L'idea deforme (Bompiani, 1989), per la difficoltà di reperire nelle biblioteche tale volume dedicato alle interpretazioni esoteriche di Dante Alighieri e delle sue opere. Il libro presenta i risultati di una ricerca nata inizialmente nell’ambito di un corso universitario di Umberto Eco dedicato alla ‘semiosi ermetica’ (A.A. 1986/87 e 1987/88). Come si ricorda nell’Introduzione al volume, in quel corso biennale Eco esaminava “una pratica interpretativa del mondo e dei testi basata sull’individuazione dei rapporti di simpatia che legano reciprocamente micro e macrocosmo” (cfr. p. 9). Si trattava di un excursus storico e teorico del pensiero ermetico, in cui la sindrome del complotto e del sospetto campeggiava in singoli studiosi o correnti di pensiero. Tra i tanti autori analizzati, Eco individuò un corpus abbastanza omogeneo di interpreti di Dante, i cosiddetti ‘Adepti del velame’, considerati dalla critica ufficiale dantesca inaffidabili o deliranti; al di là degli “esempi gustosi” di interpretazioni eccentriche dell’opera di Dante che tali autori potevano fornire, il progetto di ricerca, ricorda Eco, “ha preso consistenza quando ci si è resi conto che una esplorazione nel paradigma del velame poteva servire ad affrontare da una angolatura inedita uno dei problemi della semiotica testuale contemporanea: quello dei criteri di legittimazione di una interpretazione” (cfr. p. 35). Da quella ricerca, coordinata da Maria Pia Pozzato, deriva il presente libro, che non è un lavoro di critica letteraria (anche se riscuote, forse più adesso che allora, un qualche interesse da parte dei dantisti) ma un’analisi con strumenti semiotici della consistenza interna e la tipologia dei discorsi di interpreti dell’opera di Dante come Gabriele Rossetti, Eugéne Aroux, Giovanni Pascoli, Luigi Valli, Rodolfo Benini, Réné Guénon. I singoli saggi, redatti da allora giovani studiose, sono corredati da importanti contributi di due esperti di Dante: Regina Psaki e Alberto Asor Rosa, oltre che dalla già citata Introduzione di Umberto Eco; introduzione che affronta i temi a lui cari in quegli anni, approfonditi e rielaborati sia in I limiti dell’interpretazione (Bompiani, 1990) sia in Interpretation and Overinterpretation (Cambridge U.P., 1992; trad. it. Interpretazione e sovrainterpretazione, Bompiani, 1995).
Perché tale lavoro collettivo sia ancora disponibile ai lettori e per gentile concessione della casa editrice, degli autori o dei loro eredi, la rivista Ocula ha deciso di realizzare un reprint anastatico, in formato pdf, di L’Idea deforme, pensando che il libro abbia ancora un valore scientifico sia per quanto riguarda la riflessione semiotica sulla logica dell’interpretazione e delle interpretazioni devianti degli anni Novanta, incoraggiata e perseguita da Umberto Eco stesso, sia all’interno degli studi su Dante Alighieri, le sue opere e i suoi interpreti più ‘originali’.
Ocula ha dedicato all’opera di Dante anche un numero monografico, curato da Francesco Galofaro e Magdalena Maria Kubas, intitolato: “Questioni di santità. Prospettive (semiotiche) su Dante” (2022, vol. 23, n. 26).
Buona lettura
Il volume completo:
L'idea deforme file in formato pdf [93,7Mb]
Il volume per singoli capitoli: