Questo articolo è stato sottoposto a double blind peer review
Questo articolo è stato pubblicato in: Ocula 28, Public Art e spazi urbani
autore: Federico Biggio (Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, Università degli studi di Torino, IT)
Augmented Reality Urban Art. Dallo squatting urbano al museo diffuso
lingua: italiano
data di pubblicazione: dicembre 2023abstract: Il connubio tra Augmented Reality (AR) art e arte urbana è stato al centro di numerose sperimentazioni e ricerche estetiche pionieristiche che hanno progressivamente interpretato questo mezzo ora come sovversivo ora come espressivo. Tali sperimentazioni hanno creato spazi di fruizione “al di là del reale”, allo stesso tempo situati e geo-localizzati all’interno dello spazio fisico della città, e sono stati in grado di trasformare la mappa urbana in un territorio percorribile, accessibile e interattivo. Il contributo si propone di delineare un quadro teorico per l’analisi delle forme testuali e performative dell’AR urban art, ripercorrendo e descrivendo alcune delle più importanti operazioni di urban squatting, da quelle realizzate da Mark Skwarek in occasione della protesta di Occupy Wall Street nel 2011 a quelle del gruppo Manifest.AR di Sander Veenhof, dall’opera Riot di Les liens invisibles (2010), al MAUA, il museo di arte urbana aumentata promosso da Bepart (2019) e all’Augmented Reality Museum di Apple e del Museo di New York (2020).
keywords: Arte urbana; Aura; Semiosfera; Squatting; Visibilità
citazione: Federico Biggio, Augmented Reality Urban Art. Dallo squatting urbano al museo diffuso, "Ocula", vol.24, n.28, pp.153-165, dicembre 2023. DOI: 10.57576/ocula2023-16
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