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METADATI


Questo articolo è stato sottoposto a double blind peer review

Questo articolo è stato pubblicato in: Ocula 22, Be cool. Come nasce un'icona culturale

autore: Paolo Bertetti (Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche, Cognitive, Università degli studi di Siena (IT))

L’icona invisibile. Big Brother da icona finzionale a icona culturale

lingua: italiano

data di pubblicazione: aprile 2020

abstract: In 1984 di George Orwell il Grande Fratello è l’inconoscibile leader di Oceania. La sua immagine assume, con la sua pervasività mediale, un valore iconico, espressione per eccellenza del controllo e del potere. Si tratta tuttavia di un’icona senza referenza: nessuno ha mai visto realmente il Grande Fratello. Egli è un’entità fortemente iconica e insieme non visibile, forse nemmeno esistente: una pura rappresentazione dell’apparato di potere. Si tratta di un’icona finzionale, che circola innanzitutto nell’universo narrativo di 1984, ma che, uscendo dalle pagine del romanzo, diventa anche un’icona (o meta-icona) all’interno della cultura contemporanea: nel gioco delle sue traduzioni attraverso i media, attraverso le riappropriazioni e rifigurazioni cui è stato soggetto nelle arti, nella cultura popolare, persino nell’advertising, il personaggio (o non-personaggio) orwelliano diventa emblema della visione: immagine del controllo e della sorveglianza, ma anche – in maniera depotenziata – del voyerismo spettatoriale (il Grande Fratello televisivo).

keywords: icona culturale, cultural icon, distopia, sorveglianza, controllo, george orwell, dystopia, surveillance, control,

OCULA-22-BERTETTI-L-icona-invisibile.pdf ➞ PDF [400Kb]

DOI: 10.12977/ocula2020-14

citazione: Paolo Bertetti, L’icona invisibile. Big Brother da icona finzionale a icona culturale, "Ocula", vol.21, n.22, pp.167-179, aprile 2020. DOI: 10.12977/ocula2020-14

 

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ISSN 1724-7810   |   DOI: 10.12977/ocula

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