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Questo articolo è stato sottoposto a double blind peer review

Questo articolo è stato pubblicato in: Ocula 21, Geosemiotica: dai locative media, alle immagini diffuse, ai big e small data

autore: Giorgio Avezzù (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano (IT))

Interferenza omotopica e locational imaging noir. Una riflessione geocritica sugli spazi disturbanti nel cinema a partire da Black Dahlia

lingua: italiano

data di pubblicazione: dicembre 2019

abstract: In questo articolo si propone una riflessione geocritica sul cinema a partire da Black Dahlia di Brian De Palma (2006), attraversando la tradizione del film noir e considerando la particolare relazione di questo genere con spazi e geografie “reali”. È affrontata nello specifico la questione della rappresentazione di Hollywood (e di Los Angeles) nei film (noir) hollywoodiani, allo scopo di verificare una differenza fondamentale, per quanto certo non l’unica, nella costruzione degli “spazi disturbanti” tra racconto cinematografico e racconto letterario. Mentre la geocritica letteraria solitamente ripete che simili spazi “interferenti” sono (de)costruiti seguendo strategie “eterotopiche”, il caso del film noir mostra come il cinema – un locative medium del tutto singolare – possa
semmai praticare più efficacemente l’opposta strategia “omotopica”.

keywords: geosemiotica, geosemiotics, spazio, cinema, geografia, geocritica, hollywood, space, film studies, geography, geocritics

OCULA-21-AVEZZU-Interferenza-omotopica-e-locational-imaging-noir.pdf ➞ PDF [544Kb]

DOI: 10.12977/ocula2019-23

citazione: Giorgio Avezzù, Interferenza omotopica e locational imaging noir. Una riflessione geocritica sugli spazi disturbanti nel cinema a partire da Black Dahlia, "Ocula", vol.20, n.21, pp.71-88, dicembre 2019. DOI: 10.12977/ocula2019-23

 

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ISSN 1724-7810   |   DOI: 10.12977/ocula

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