Questo articolo è stato sottoposto a double blind peer review
Questo articolo è stato pubblicato in: Ocula 18, Street art: iconoclastia e istituzionalizzazione
autore: Michele Martini (Department of Technologies in Education, University of Haifa (IL))
Tragedia di un artista di strada. La pratica della cancellazione da eutanasia artistica ad articidio
lingua: italiano
data di pubblicazione: settembre 2017abstract: Questo articolo intende esaminare il significato della pratica di cancellazione dell’opera da parte dell’artista di strada come reazione ad un tentativo di museificazione. Partendo dal presupposto che la street art abbia, nella sua natura e nella sua storia, un rapporto conflittuale con l'autorità e dialogico con lo spazio urbano, l’articolo intende investigare limiti e criticità di tali relazioni. La massiccia opera di cancellazione dei murales di Blu a Bologna offre infatti, nella sua radicalità, un esempio totale. Che cosa ha scatenato tale reazione? Si può attribuire ad un simile “eccesso” un significato semplicemente politico? E se no, all’interno di quale sistema valoriale tale reazione trova la sua giustificazione? Tramite l'analisi di una delle più celebrate opere di Blu a Bologna, #OccupyMordor, cercherò di tracciare l’universo culturale dell’artista e mettere in evidenza come il tentativo di musealizzare le sue opere da parte delle istituzioni abbia potuto mettere in crisi definitamente una delicata forma di conflitto urbano.
citazione: Michele Martini, Tragedia di un artista di strada. La pratica della cancellazione da eutanasia artistica ad articidio, "Ocula", vol.18, n.18, pp.7-21, settembre 2017. DOI: 10.12977/ocula74
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