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Questo articolo è stato pubblicato in: Ocula 12, Alibi. Verso una semiotica del viaggio
autore: Francesco Galofaro (Centro Universitario Bolognese di Etnosemiotica (CUBE), Bologna (IT))
Krakowiak Frammenti di una etnosemiotica misinterpretativa
lingua: italiano
data di pubblicazione: marzo 2012abstract: La prima parte del saggio è costituita da appunti di viaggio nel “paese che non esiste”, come Jarry definì un tempo la Polonia. La seconda parte è un tentativo di trarre qualche conseguenza metasemiotica dall’impatto con una cultura diversa, cui non ero preparato. Non nego che in questi casi si tentino inferenze; è che esse sono sempre sbagliate. Non vi è alcun meccanismo cognitivo innato, pre-esistente, in grado di assicurare il successo delle nostre ipotesi. Inoltre, gli oggetti stessi, che per qualcuno costituirebbero l’innesco della semiosi, sono tuttavia di per sé del tutto insufficienti ad alimentarla, come una candela esausta. E’ per questo che esistono i codici: l'appropriazione di una città passa attraverso una serie di performance intimamente legate alla lingua, sistema modellizzante primario grazie al quale riconosciamo il proprio nell’altrui, rendendo mutuamente accessibili la nostra cultura e quella dell’altro.
keywords: viaggio, turismo, letteratura di viaggio, semiosi, cultura, sistema modellizzante, accessibilità, etnosemioticacitazione: Francesco Galofaro, Krakowiak Frammenti di una etnosemiotica misinterpretativa, "Ocula", vol.13, n.12, marzo 2012. DOI: 10.12977/ocula4
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