Questo articolo è un editoriale
Questo articolo è stato pubblicato in: Ocula 13, Architettura e politica: un incrocio di sguardi
autore: Federico Montanari (Dipartimento di Comunicazione ed Economia, Università di Modena e Reggio Emilia (IT); Centro Universitario Bolognese di Etnosemiotica (CUBE), Bologna (IT))
Introduzione
lingua: italiano
data di pubblicazione: agosto 2012abstract: Il tema del rapporto fra architettura e politica è, al tempo stesso, “sconfinato e puntuale”, come giustamente viene sottolineato in uno degli interventi di questo numero di Ocula. Tuttavia si tratta di un argomento che, proprio nella sua vastità, ci pare possa servire da connessione e da spinta per ulteriori approfondimenti e pista da seguire, grazie anche alle scelte operate dai diversi autori che hanno risposto al call for paper. L’architettura o la pianificazione urbana si presentano, evidentemente, come linguaggi non solo dello spazio ma anche dell’attraversamento e dell’insediamento: operazioni che richiedono non solo un orientarsi, ma anche un’articolazione dello spazio stesso, una sua lettura. Il potere, in concreto, anche nello spazio architettonico e urbanistico, è, quindi, da un lato, un “poter fare” (poter andare, percorrere, attraversare liberamente); e, dall’altro, una forma di “poter essere”, in grado però di interdire lo spazio agli altri: “io sono..., e dunque ti impedisco di andare lì, o ti obbligo a guardare o a passare di là”. Fra queste due differenti dimensioni, tutte interne allo spazio della città, si muove questo numero di Ocula.
keywords: discorso politico, spazialità, architettura, political discourse, urban studies, foucault, architecturecitazione: Federico Montanari, Introduzione, "Ocula", vol.13, n.13, agosto 2012. DOI: 10.12977/ocula10
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