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Questo articolo è stato pubblicato in: Ocula 5, Spazio e spazialità
autore: Ruggero Ragonese
Dal nome al volto: trasformazioni e nuovi equilibri nell’architettura delle chiese fra IX e XI secolo
lingua: italiano
data di pubblicazione: settembre 2004abstract: Il lavoro offre un esempio di studio sulla semantizzazione e risemantizzazione degli spazi in un contesto di edilizia sacra. Nei templi altomedioevali taluni modelli architettonici in uso costruivano la propria sacralità come effetto di senso tramite la riproposizione di altri spazi sacri come il santo sepolcro di Gerusalemme. Con il mutare delle condizioni sociali e politiche questi spazi vengono ri-semantizzati attraverso la dedica. Il caso studiato è quello di S.Michele, un angelo guerriero e una figura di mediazione tra mondi ed ordini differenti. L’autore insiste su questa funzione, in quanto S.Michele non è presente nelle chiese tramite immagini antropomorfe, ma sempre tramite lo spazio, come protettore delle soglie in genere e dei luoghi elevati – visti evidentemente come soglia. Procedendo oltre, nel romanico assistiamo ad una palingenesi del culto attraverso immagini e statue – si reintroduce l’elemento antropomorfo. Si stabilisce allora un percorso cognitivo e non più solo pragmatico per il fedele, e questo corrisponde ad una semplificazione degli spazi e degli elementi architettonici nelle chiese. Si ribadisce una gerarchia visiva laddove in precedenza i percorsi spaziali del culto permettevano una maggiore aleatorietà dell’interpretazione; gli spazi che scandiscono il ritmo architettonico delle nuove chiese acquisiscono una loro autonomia narrativa e cultuale.
keywords: spazialità, semiotica plastica, geografiacitazione: Ruggero Ragonese, Dal nome al volto: trasformazioni e nuovi equilibri nell’architettura delle chiese fra IX e XI secolo, "Ocula", vol.5, n.5, settembre 2004.
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