contrAppunti, rubrica di recensioni
a cura di Francesco Galofaro
Questo spazio non vuol essere una quarta di copertina alternativa rispetto a quella che già trovate in ogni libro. Oltre a segnalare le novità editoriali in campo semiotico man mano che giungono in redazione, nei limiti delle nostre forze tenteremo un dialogo critico col testo recensito. Niente facili stroncature, ma neppure apologie pubblicitarie. La recensione è intesa come contrappunto polifonico rispetto alla traiettoria testuale, ora rinforzandola ora contrastandola. Naturalmente, l'aggiunta di una nuova voce ad una fuga, per quanto armoniosa, non può essere scambiata per una semplice interpretazione della fuga stessa: pensiamo a Bach che riscrive Vivaldi nel terzo movimento del concerto BWV 596. In tutti i casi la speranza è che il risultato riesca utile all'autocomprensione della nostra disciplina e dei suoi sviluppi futuri.
Bologna, Il Mulino, 2019, pp. 232, € 22,00
Il linguaggio è un’alternativa alla violenza o un suo strumento? Mettendo in discussione la separazione tra violenza verbale e violenza fisica, il libro mette a fuoco il rapporto che lega linguaggio, violenza e natura umana, nel contesto della madre di tutte le guerre, quella combattuta a Troia e raccontata nell’Iliade, dove armi e parole concorrono a realizzare una violenza distruttiva. Le vicende narrate nel poema omerico diventano allora casi esemplari, utili a illustrare il potere che il linguaggio ha di inaugurare nuove forme di violenza esclusive dell’animale che parla.