contrAppunti, rubrica di recensioni
a cura di Francesco Galofaro
Questo spazio non vuol essere una quarta di copertina alternativa rispetto a quella che già trovate in ogni libro. Oltre a segnalare le novità editoriali in campo semiotico man mano che giungono in redazione, nei limiti delle nostre forze tenteremo un dialogo critico col testo recensito. Niente facili stroncature, ma neppure apologie pubblicitarie. La recensione è intesa come contrappunto polifonico rispetto alla traiettoria testuale, ora rinforzandola ora contrastandola. Naturalmente, l'aggiunta di una nuova voce ad una fuga, per quanto armoniosa, non può essere scambiata per una semplice interpretazione della fuga stessa: pensiamo a Bach che riscrive Vivaldi nel terzo movimento del concerto BWV 596. In tutti i casi la speranza è che il risultato riesca utile all'autocomprensione della nostra disciplina e dei suoi sviluppi futuri.
Roma, Carocci, pp. 152 € 16.00
La dualità è il tratto caratteristico dello “spirito scientifico” di Saussure e Hjelmslev che porta a un “ri-pensamento” della linguistica e della semiotica. Si tratta di proseguire la ricerca della scienza del linguaggio in una prospettiva non formalista delle forme del senso, che studia i sistemi e i processi di significazione, che coniuga il principio di formalità, o di organizzazione, con il principio di empiricità, o di sostanzialità o fenomenologicità. Una scienza morfologicamente doppia, o costitutivamente duplice, che rinuncia ad ogni prospettiva unilaterale e riduttiva sul linguaggio: una dualità che non è una mera somma aritmetica (uno più uno uguale due) ma un uno formato da due. Questo filo teorico arriva fino a Umberto Eco, passando attraverso la riflessione linguistica di Antonino Pagliaro e Mario Lucidi, e i loro rapporti con il Corso saussuriano e lo Strutturalismo.