contrAppunti, rubrica di recensioni
a cura di Francesco Galofaro
Questo spazio non vuol essere una quarta di copertina alternativa rispetto a quella che già trovate in ogni libro. Oltre a segnalare le novità editoriali in campo semiotico man mano che giungono in redazione, nei limiti delle nostre forze tenteremo un dialogo critico col testo recensito. Niente facili stroncature, ma neppure apologie pubblicitarie. La recensione è intesa come contrappunto polifonico rispetto alla traiettoria testuale, ora rinforzandola ora contrastandola. Naturalmente, l'aggiunta di una nuova voce ad una fuga, per quanto armoniosa, non può essere scambiata per una semplice interpretazione della fuga stessa: pensiamo a Bach che riscrive Vivaldi nel terzo movimento del concerto BWV 596. In tutti i casi la speranza è che il risultato riesca utile all'autocomprensione della nostra disciplina e dei suoi sviluppi futuri.
Di Cosimo Caputo
Carocci, Roma, pp. 187, € 19,00.
Argomento: A cento anni dalla morte di Saussure e a cinquanta da quella di Hjelmslev la loro voce si fa ancora sentire nella semiotica strutturale, caratterizzata dal rigore della sua epistemologia e dalla vocazione alla ricerca empirica nel descrivere i fenomeni di significazione.
La semiotica glossematica non si riduce pertanto allo spazio chiuso della “langue” o al formalismo esasperato delle connessioni funzionali senza riferimento agli operatori di tali connessioni: il corpo, la “parole”, l’istituzione sociale, e con la sua architettura stratificata conduce al cuore della semiosi in quanto lavoro. Una semiotica, quindi, aperta alla ricerca filosofica sul senso e sulle sue condizioni di possibilità.