Corto MalteseCorto Maltese / Favola di Venezia

Analisi semiotica di una sequenza

il mio progetto di tesi di Luisa Zanzani

Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) Firenze

Corso di semiotica

Doc. Michela Deni

a.a. 2000/2001

Introduzione

Il fumetto è un linguaggio relativamente poco esplorato dalla semiotica, forse perché si tende a considerarlo un genere di secondaria importanza rispetto alla letteratura o alle altre arti visive. In realtà il linguaggio dei fumetti nasce da un'interessante commistione di elementi appartenenti a diversi ambiti della comunicazione e si presta, proprio per la sua complessità, ad un' analisi di carattere semiotico.
L' idea di utilizzare un fumetto per un' indagine di questo tipo è nata inizialmente dalla mia passione per Hugo Pratt: mi interessava studiare le strategie narrative utilizzate nella costruzione delle avventure di Corto Maltese e in particolare di un gruppo ben determinato di episodi con caratteristiche comuni.
Il mio punto di partenza è stato questo: ho osservato in quasi tutti i racconti di Corto Maltese la ricorrenza di sequenze narrative che descrivono visioni oniriche. In alcuni casi Corto, cadendo, perde conoscenza ed entra in un mondo fantastico; altre volte viene colpito durante un combattimento, oppure si addormenta e comincia a sognare. Mi sono domandata, quindi, quale fosse la funzione narrativa del sogno nello sviluppo delle avventure e in quale modo i diversi episodi onirici potessero essere raggruppati in un' unica categoria.
La mia pertinenza riguardava, in definitiva, la ricerca di percorsi isotopici in grado di giustificare la presenza di queste sequenze narrative. Per praticità ho selezionato un episodio specifico che mi è parso particolarmente emblematico: è tratto da Favola di Venezia e racconta di come, cadendo da un tetto e perdendo conoscenza, Corto Maltese entri in un sogno fantastico.
Nel primo paragrafo, Favola di Venezia, introduco la vicenda da cui è tratta la sequenza di cui mi sono occupata. Nel secondo paragrafo, Descrizione della sequenza, spiego sinteticamente quello che accade prima della caduta di Corto Maltese per avere un quadro esaustivo del contesto in cui si colloca la sequenza del sogno. Infine analizzo in dettaglio ogni singola vignetta riportando in elenco le caratteristiche compositive principali (inquadrature, prospettiva, disposizione degli elementi rispetto al riquadro). Nel terzo paragrafo, Dalla realtà al sogno: isotopie e percorsi tematici, individuo tutti gli elementi figurativi che concorrono a comunicare il passaggio dal mondo reale alla dimensione magica del sogno: verosimiglianza del contesto, uso della prospettiva, inquadrature, rapporti dimensionali, dialoghi ecc...
Il quarto paragrafo, Alcune considerazioni su Corto Maltese, è dedicato interamente al protagonista dell'avventura. Il quinto paragrafo, Evoluzione della vicenda dopo il risveglio di Corto Maltese, racconta sinteticamente cosa accade dopo l'episodio del sogno. Nel sesto paragrafo, Funzioni narrative, mi occupo in modo specifico della mia pertinenza.
L'ipotesi da cui sono partita è che il sogno anticipi gli eventi futuri e contenga elementi utili alla soluzione della vicenda. L' analisi del materiale raccolto nei paragrafi precedenti mi ha portato ad una nuova interpretazione. Nell' ultimo paragrafo, Costruire un lettore modello, concludo il mio percorso con una riflessione generale sulle avventure di Corto Maltese spiegando come le isotopie identificate nel paragrafo precedente costituiscano l' identità di questo fumetto e come il protagonista si sia evoluto, nel corso degli anni, insieme al suo lettore.

1 / Favola di Venezia

Favola di Venezia è probabilmente, tra le avventure di Corto Maltese, una delle più interessanti dal punto di vista narrativo; la storia ci presenta il nostro eroe sulle tracce di un misterioso tesoro, la "Clavicola di Salomone", un prezioso smeraldo che viene dall' oriente.
L' ambientazione (la vicenda si svolge interamente a Venezia) non è casuale: la Clavicola di Salomone è anche una sorta di talismano magico su cui sono incisi caratteri misteriosi e la cui storia è legata all' apostolo Simon Pietro e a San Marco Evangelista; la leggenda racconta che, dopo infinite vicissitudini, lo smeraldo fu riportato a Venezia insieme alle spoglie di San Marco, patrono della città. Corto Maltese è a conoscenza di un indovinello, inviatogli da Baron Corvo (in altre occasioni "mandante" delle sue avventure) insieme ad una lettera, la cui soluzione svelerà il nascondiglio del prezioso smeraldo.
La ricerca del talismano diventa anche un viaggio iniziatico nella Venezia di inizio 900, tra logge massoniche, sette religiose e confraternite filosofiche. Il tema della magia è dunque centrale all'interno della vicenda: lo confermano il titolo (Sirat al Bunduqiyyah, ovvero Favola di Venezia) e il finale di shakespeariana ispirazione.

2 / Descrizione della sequenza

La sequenza che intendo analizzare occupa una posizione centrale rispetto all' evoluzione narrativa di questa avventura. Sintetizzerò brevemente i fatti che la precedono per avere un quadro esaustivo del contesto in cui si colloca.
Incuriosito dall' indovinello contenuto nell'ultima lettera dell'amico Frederick Rolfe (uno scrittore inglese conosciuto come Baron Corvo), Corto Maltese si trova a Venezia alla ricerca della misteriosa Clavicola di Salomone. La vicenda si apre con un inseguimento misterioso: scappando per le calli di Venezia Corto cade attraverso un lucernario e si ritrova all' interno di una sala in cui sono riuniti i componenti della Gran Loggia Massonica d' Italia.
L' episodio iniziale ci introduce nel clima culturale e storico della Venezia di inizio secolo, nei riti occulti e nel fascino misterioso della storia di questa città. Da questo momento in avanti Corto è coinvolto in una serie di incontri con personaggi in qualche modo legati alla leggenda della Clavicola; veniamo in questo modo gradualmente a conoscenza della storia dello smeraldo magico di Salomone che ha attraversato, di mano in mano, il Medio Oriente e l' Egitto, che è stato oggetto di riti magici e porta con sé, incisi, caratteri misteriosi e che, infine, è stato nascosto in una corte di Venezia.
Il mito della Clavicola di Salomone è creduto da tutti una leggenda frutto della fantasia, eppure le ricerche di Corto Maltese destano l' interesse di molte persone fino a quando un delitto fa precipitare gli eventi: Stevani, giovane camicia nera della Serenissima, viene colpito da una misteriosa pallottola nel salotto della sua abitazione mentre esamina insieme a Bepi Faliero (componente della loggia massonica) i diari di Baron Corvo che suo padre, amico intimo del poeta inglese, conservava nel proprio studio. Sopraggiunto per primo sul luogo del misfatto (dopo la fuga di Faliero), e qui scoperto dai compagni di Stevani, Corto Maltese viene creduto il fautore del tentato omicidio ed è costretto a fuggire sui tetti di Venezia (un carabiniere, nel frattempo, perde la vita in casa di Faliero per mano di una donna di cui, per ora, non conosciamo l' identità).
La sequenza che mi interessa analizzare ha inizio in questo punto. Per praticità ho numerato le vignette per poterle descrivere dettagliatamente prima di procedere all' analisi dei linguaggi e dei contenuti semantici.

Per visualizzare la sequenza completa >>

  1. Campo lungo, profilo di un tetto; figura intera di Corto che fugge.
  2. Soggettiva: campo lungo su alcuni tetti di Venezia.
  3. Oggettiva (immagine grande): campo lunghissimo su un tetto provvisto di altana; Corto si intravede in basso a destra.
  4. Figura intera, centrale, di Corto ferito. Profilo parziale del tetto e delle tegole.
  5. Figura intera centrale in controluce: la mano di Corto sanguina. Ancora profilo del tetto.
  6. Particolare del piede e di alcune tegole: Corto scivola dal tetto.
  7. Figura intera centrale; Corto precipita dal tetto. Cadono le tegole. Alcuni tratti indicano la direzione e la durata della caduta.
  8. Figura intera centrale: Corto precipita con la testa verso il suolo. Si vedono ancora le tegole e i tratti che indicano il movimento e la durata della caduta.
  9. Figura intera centrale: scompaiono le tegole e i segni che rendevano graficamente la caduta verso il suolo. Corto ha ancora la testa rivolta verso il basso. Sullo sfondo si intravede un profilo indefinito di edifici e la loro sagoma riflessa sulla superficie dell'acqua.
  10. Figura intera centrale: Corto cade verso l' alto. I riflessi sul canale diventano segni grafici sempre più indefiniti e ormai difficilmente riconoscibili come sagome di edifici.
  11. Campo lungo: Corto si ritrova in piedi in uno spazio ormai completamente bidimensionale (è scomparso qualsiasi elemento prospettico). Figura intera sulla sinistra; a destra i riflessi si sono trasformati in giganteschi caratteri arabi.
  12. Campo medio: figura intera, Corto osserva i caratteri arabi bidimensionali di fronte a lui (lo vediamo di spalle).
  13. Primo piano: Corto, di profilo (posizione centrale) osserva verso l' alto e legge il nome arabo di favola di Venezia.
  14. Figura intera centrale: Corto, di profilo, indica la sua ombra comparsa sulla sinistra a fianco dei caratteri arabi su un' ipotetica parete verticale.
  15. Figura intera laterale: scompaiono i caratteri, compare il profilo di una mano con la stella di David sul palmo e altri simboli arabi. Corto, di spalle, osserva la mano e riconosce i simboli della guardia nera saracena. Sulla destra vediamo la sua ombra.
  16. Figura intera centrale: Corto, di profilo, osserva una bottiglia misteriosa comparsa di fronte a lui (è scomparsa invece la mano). Corto e la bottiglia proiettano ombre ai due lati opposti della vignetta.
  17. Particolare: semisoggettiva; si intravede, sulla destra, il profilo del volto di Corto mentre la zona centrale è occupata dal particolare del tappo della bottiglia con sopra l' immagine del leone di San Marco con il vangelo chiuso.
  18. Figura centrale tagliata nella parte inferiore: Corto sta aprendo la bottiglia. Ombra tagliata sulla destra.
  19. Campo medio, figura centrale: Corto, di spalle, ha aperto il tappo e osserva verso l' alto la sagoma evanescente che sta uscendo dalla bottiglia. Ombra intera sulla destra.
  20. Campo medio: figura intera di Corto (di spalle) e del gigantesco genio della bottiglia (di profilo) vestito da saraceno con in mano una sciabola. L' ombra di Corto è ridotta a una piccola zona scura ai suoi piedi.
  21. Semisoggettiva: figura centrale del genio che ghigna; sulle destra si intravede il profilo di Corto.
  22. Piano medio: profili di Corto (in basso a sinistra) e del genio (in alto a destra) con la sciabola. Il genio si presenta.
  23. Figure intere: genio sulla sinistra e Corto sulla destra. Corto si presenta. Ricompare l' ombra esile di Corto sulla destra.
  24. Campo medio (immagine grande): figure intere di profilo (Corto a destra, il genio a sinistra). Comincia la conversazione. Sulla destra, ombra di Corto e profili indefiniti di vasi.
  25. Semisoggettiva, piano medio: profilo del genio di spalle (sulla destra) che osserva Corto (sulla sinistra, frontale).
  26. Semisoggettiva, piano medio: Corto, di spalle in primo piano, osserva il genio (sullo sfondo).
  27. Piano medio, soggettiva: il genio, a mezzo busto è visto leggermente dal basso verso l' alto (cioè dal punto di vista di Corto). Comincia il suo monologo.
  28. Piano medio: Corto (sulla sinistra) e il genio (sulla destra) entrambi di profilo. Il genio gesticola impugnando la sciabola.
  29. Piano medio, semisoggettiva: il genio incombe su Corto di cui vediamo solo il capo (di spalle). Compare un' ombra nera dietro al genio.
  30. Figure intere: il genio avvolge con la sua enorme sagoma la figura di Corto (visto di spalle). Scompare l' ombra del genio.
  31. Figure intere: composizione analoga alla vignetta precedente. Ricompare l' ombra del genio.
  32. Piano medio, semisoggettiva: il genio sovrasta Corto (di cui vediamo, ancora una volta, solo il capo da dietro). Nell' ombra del genio si distingue la sagoma dell' indice alzato.
  33. Piano medio, oggettiva: Corto e il genio, entrambi di profilo, rivolti verso sinistra. Scompare l' ombra del genio che ride delle risposte di Corto.
  34. Piano medio, semisoggettiva: il genio gesticola con la sciabola. Sulla destra si intravede il capo di Corto. Ricompare l' ombra del genio.
  35. Piano medio, semisoggettiva: composizione analoga alla vignetta precedente con posizioni invertite (Corto sulla sinistra).
  36. Primo piano: Corto (sinistra) e il genio (destra) si guardano, entrambi di profilo.
  37. Piano medio, soggettiva: il genio, a mezzo busto, è visto dal basso verso l' alto (prospettiva di Corto). Sulla destra ricompare la sua ombra.
  38. Figure intere: Corto, di spalle, osserva il genio (sulla sinistra) che si impone con la sua ombra nera.
  39. Primo piano: oggettiva su Corto che parla al genio. Sulla destra ricompare la sua ombra chiara.
  40. Piano medio, soggettiva: punto di vista di Corto rispetto al genio, dal basso verso l' alto con l' ombra scura sempre sulla destra.
  41. Figure intere, semisoggettiva (immagine grande): compaiono i soldati della guardia nera saracena. Sulla destra, primo piano di Corto, di spalle che osserva i soldati. Tratti di movimento sul corpo dei soldati e nel volto di Corto.
  42. Piano medio, centrale: soggettiva di Corto rispetto al genio (vista dal basso, questa volta particolarmente accentuata). Segni grafici attorno al capo del genio, a sottolineare il suo ghigno malvagio.
  43. Piano medio, oggettiva su Corto: Corto (sulla destra) è accerchiato dalle lame della guardia nera saracena, in questa vignetta abbastanza definite.
  44. Piano medio/primo piano: Corto osserva le lame, ormai semplici sagome prive di dettagli, senza mostrare timore. Si intravede l' ombra sull' estrema destra.
  45. Piano medio, centrale: Corto saluta il suo sogno (dietro di lui compare la sua ombra). Sono scomparse le lame saracene.
  46. Campo lunghissimo (immagine grande): visione molto particolareggiata (tegole, comignoli...) di alcuni tetti di Venezia. Dalle ante aperte di una finestra in primo piano si intravede Corto Maltese in un letto con accanto una donna, di spalle.
  47. Campo lungo: immagine ravvicinata della finestra da cui si vedono Corto e la donna.

3 / Dalla realtà al sogno: isotopie e percorsi tematici

La prima pertinenza che mi sono posta rispetto a questa sequenza riguarda il passaggio dalla dimensione reale a quella onirica: il mio scopo sarà quello di individuare le isotopie figurative che comunicano questo passaggio e le caratteristiche narrative che distinguono nettamente il mondo del sogno da quello della realtà.
La sequenza ha inizio con un débrayage spaziale che è comunicato in modo inequivocabile attraverso alcune linee isotopiche. Le prime otto vignette raccontano la fuga di Corto Maltese inseguito dai compagni di Stevani che lo credono fautore del tentato omicidio. I tetti di Venezia sono disegnati con cura realistica dei particolari (le tegole, il profilo dei comignoli, le finestre delle case...); alcune vignette, come la 2, hanno funzione esclusivamente descrittiva. Tutto, in queste prime immagini, ci appare insomma assolutamente plausibile.
Le vignette 6, 7, 8, ci raccontano, in modo altrettanto realistico, come Corto, scivolando su alcune tegole, precipiti rovinosamente verso il suolo. Si tratta di un evento del tutto plausibile per un lettore attento: è notte, Corto Maltese è ferito e sta scappando sull' incerta distesa di tegole dei tetti di Venezia.
Il primo indizio di un débrayage dimensionale compare nella nona vignetta: nelle due vignette precedenti Corto precipita dal tetto insieme ad alcune tegole; la sua figura è accompagnata da alcuni tratti che riproducono la traiettoria della caduta e enfatizzano il movimento (questi segni sono molto frequenti nel fumetto e perciò immediatamente riconoscibili da chiunque abbia una conoscenza minima di questo linguaggio). La scena è descritta in modo realistico. Nella vignetta 9 le tegole scompaiono e con esse anche i segni grafici di cui si è parlato: l' impressione che ne deriva è che Corto sia sospeso nell' aria.

Un altro importante indizio è dato dall' uso della prospettiva: le vignette precedenti (soprattutto le prime di cui ho parlato) contengono diversi elementi prospettici che contribuiscono all' effetto realistico della scena. Corto è collocato all' interno di uno spazio tridimensionale costruito attraverso la resa delle profondità. Nella vignetta 9 compaiono sullo sfondo delle sagome evanescenti, ancora idealmente riconducibili al profilo delle case di Venezia e ai riflessi dell' acqua nei canali, ma che hanno perso qualsiasi cenno prospettico.
Nella vignetta successiva (10) questa evoluzione è ulteriormente esasperata: Corto cade ora verso l' alto e alle sue spalle le sagome degli edifici si sono trasformate in elementi grafici indefiniti e ormai perfettamente bidimensionali. La bidimensionalità è una costante di tutta la sequenza e si può considerare quindi un elemento importante nella costruzione dell' isotopia tematica del sogno.

Particolarmente rilevante nello sviluppo di questa sequenza di immagini è l' uso delle inquadrature e dei punti di vista. Nel descrivere dettagliatamente ogni singola vignetta ho utilizzato volutamente alcuni termini tecnici del linguaggio del cinema (campo lungo, campo medio, primo piano ecc...) che risultano utili anche nell' analisi del fumetto e lo sono in modo particolare nel nostro caso.
Osservando con attenzione le prime immagini (la fuga di Corto sui tetti) e il gruppo centrale che descrive l' incontro di Corto con Saud Khalula (misterioso genio della bottiglia), noteremo un profondo cambiamento nell'uso delle inquadrature. Le prime vignette presentano un' ampia gamma di varianti (dal campo lunghissimo della terza vignetta al particolare del piede che scivola nella sesta) giocata non solo sulla distanza rispetto al protagonista dell' azione, ma soprattutto nella scelta dell' angolazione: così, mentre nella seconda immagine osserviamo le case di Venezia dalla prospettiva di Corto, nella vignetta successiva (oggettiva) vediamo Corto sui tetti in una prospettiva aerea quasi ortogonale rispetto al nostro eroe.
A partire dalla numero 7 questa varietà di inquadrature (che rendeva perfettamente il dinamismo della fuga) si interrompe: tutte le immagini successive, dalla caduta all' incontro con il genio, sono caratterizzate da una maggiore staticità. L' angolazione è prevalentemente orizzontale, con la sola eccezione delle soggettive in cui vediamo Saud dal punto di vista di Corto (cioè dal basso verso l'alto).
Le inquadrature a figura intera e a piano medio (in cui le sagome dei due personaggi o di almeno uno di loro occupano quasi interamente lo spazio della scena) sono decisamente prevalenti rispetto ai particolari e ai campi lunghi. L' uso delle inquadrature ricorda insomma il mondo dell' illustrazione (i due personaggi sono perlopiù disposti simmetricamente o in posizione centrale rispetto al riquadro delle vignette) mentre alcune scelte più fumettistiche, con tagli particolari e angolazioni molto varie, sono volutamente evitate. Valga come esempio la vignetta 20 in cui vediamo comparire il gigantesco genio della bottiglia che avvolge con il suo sfumato profilo l' incredulo protagonista. L' immagine è perfettamente equilibrata (centrale rispetto al riquadro, incorniciata dall'abbraccio circolare di Saud): osserviamo la scena da un punto di vista oggettivo, esterno e ortogonale rispetto ai due personaggi. Ci troviamo insomma all' interno di una vera e propria favola, raccontata come in un libro illustrato, autonoma rispetto a ciò che segue e a ciò che la precede.
Le inquadrature contribuiscono, in definitiva, a produrre il débrayage spaziale e tematico che giustifica la presenza di questo sogno all' interno del percorso narrativo generale (l' avventura di Corto Maltese alla ricerca dello smeraldo magico).

L' isotopia tematica del sogno è costruita anche attraverso i rapporti dimensionali: nelle prime cinque vignette che raccontano il mondo fantastico in cui è caduto Corto (10, 11, 12, 13, 14) siamo stupiti dalla comparsa di giganteschi caratteri arabi disegnati su inesistenti pareti. Nella vignetta 20 compare infine il genio Saud dall' imponente profilo, uscito, chissà come, da una bottiglia di vetro.
L' incoerenza generale che domina il racconto onirico è confermata da diversi indizi. La comparsa e la scomparsa di elementi all' interno del sogno avviene secondo un ordine imprevedibile e illogico: è interessante osservare come la mancanza di linearità nella narrazione sia perfettamente giustificata dalla dimensione onirica in cui il lettore viene introdotto dalle vignette 9 e 10. L' irrazionalità degli eventi non costituisce un ostacolo alla lettura della sequenza narrativa; essa contribuisce, al contrario, alla formazione di un percorso isotopico che guida il lettore all' interno della favola. Se è possibile cadere verso l' alto, allora è anche possibile che i riflessi dell' acqua si trasformino in caratteri arabi e che da una bottiglia della centrale del latte veneta esca un genio che si chiama Saud Khalula e che ha la faccia di Rasputin!
Anche le ombre (che compaiono dalla vignetta 14) non hanno evidentemente valore descrittivo: incoerenti nell' orientamento e nella dimensione, contribuiscono invece a comunicare contenuti tematici. Nella vignetta 20, ad esempio, l' ombra di Corto, prima sottile e allungata, si riduce, sotto la figura imponente del genio, ad una piccola macchia scura sotto ai piedi. Nella vignetta 29 compare un' ombra scura e minacciosa dietro a Saud che in altre occasioni ne è completamente privo (l' immagine segna l' inizio di una sequela di invettive del genio contro i responsabili del furto di un messaggio segreto contenente l' ubicazione esatta dello smeraldo).

La stessa incoerenza narrativa risulta dai dialoghi tra i due personaggi. Tutti gli elementi contenuti nel sogno sono legati alla leggenda della Clavicola di Salomone che, come già si è detto, viene gradualmente ricostruita nella prima parte della storia attraverso un collage di informazioni e di dialoghi. Il lettore sarà quindi in grado di riconoscere i simboli magici che compaiono, seppure in modo caotico, all' inizio del sogno e di collocarli in qualche modo in relazione con la leggenda dello smeraldo. Anche la comparsa del genio, per quanto inaspettata, è abbastanza coerente con la vicenda della Clavicola che, di mano in mano, viaggia attraverso l' Oriente; il nome stesso del genio, Saud Khalula, era ricordato nella lettera di Baron Corvo contenente l' indovinello.
Molti elementi rimangono però misteriosi: non sappiamo, ad esempio quale relazione possa intercorrere tra il genio e Rasputin (di cui Saud sembra avere le sembianze), compagno d' avventure di Corto in molte altre vicende ma del tutto assente in Favola di Venezia. Il dialogo tra Saud e Corto, per tornare alle motivazioni con cui ho aperto questo paragrafo, è altrettanto misterioso. Il racconto del genio rispetto al talismano non coincide con nessuna delle versioni precedenti, ma anche trascurando la storia della Clavicola, il dialogo mantiene la propria incoerenza. Quando Corto propone al genio di disegnare un' altra mappa del luogo in cui è nascosto lo smeraldo (il messaggio segreto è stato rubato dai bizantini), ci stupiamo della reazione ilare del genio (...credi che io abbia sempre voglia di disegnare?) e allo stesso modo ci sembra improbabile l' ipotesi che Saud sia stato rinchiuso nella bottiglia del latte dall' evangelista San Marco (tanto più che nel racconto del rabbino Melchisedech, a cui Corto si rivolge per avere informazioni sulla Clavicola, San Marco risulta essere uno dei primi possessori dello smeraldo). Insomma, una fitta serie di elementi contribuisce a determinare un effetto di senso ben determinato: ci troviamo all'interno di un sogno in cui tutto è possibile.

4 / Alcune considerazioni su Corto Maltese

Oltre ad essere protagonista della sequenza, Corto Maltese è anche una sorta di guida che conduce il lettore attraverso questo sogno. La prima considerazione che mi ha portato a questa ipotesi è che la maggior parte delle immagini ci presenta la situazione dal punto di vista del nostro eroe, attraverso una serie di inquadrature soggettive. L' unica eccezione all' angolazione orizzontale, come già ricordato, è costituita proprio dalle vignette in cui osserviamo il genio dal basso verso l' alto (nella vignetta 42, per esempio), cioè esattamente come lo vede Corto Maltese. Nelle oggettive e nelle semisoggettive (dove vediamo solo parte del suo capo), Corto è rappresentato quasi sempre di spalle: il lettore osserva la scena attraverso i suoi occhi e finisce per condividere con Corto lo stupore o la paura.

Un' altra considerazione importante è che nell' incoerenza generale di questo sogno, il personaggio di Corto rappresenta l'unico legame con la realtà. Le domande di Corto sono le stesse che si pone il lettore (...ora ascolta, Rasputin: cosa fai travestito da lampada di Aladino in questa favola?), condividiamo il suo stupore e approviamo il buon senso delle sue affermazioni (Puoi sempre disegnarne un' altra, risponde a Saud inferocito contro i bizantini che hanno rubato la mappa segreta...).
L' ultima considerazione riguarda le vignette 43, 44, 45, quando Corto saluta il suo matto sogno per risvegliarsi a Venezia. La vignetta 42 ci mostra Saud che, dopo aver invocato la guardia nera saracena, minaccia di morte il nostro eroe; si tratta ancora una volta di una soggettiva. La figura imponente di Saud si staglia, netta e minacciosa, al centro del riquadro. Lo osserviamo dal basso, questa volta con un' angolazione particolarmente deformata. Nella vignetta successiva (43) si passa invece ad un' oggettiva su Corto. La stessa inquadratura è mantenuta nelle ultime due vignette del sogno. Se inizialmente ci siamo calati nella vicenda condividendo con Corto le sue emozioni, ora osserviamo la scena dall' esterno, come spettatori fuori campo. Questo passaggio, che tradisce le aspettative poste dall' ultima soggettiva (vignetta 42), è assolutamente coerente con il testo dei ballon: da protagonista passivo della vicenda, Corto si trasforma in personaggio onnisciente (...ecco ...ora mi sveglierò e uscirò da questo sogno matto... addio Kalula!!) e decide consapevolmente di risvegliarsi dal sogno.

La conclusione del sogno non è priva di conseguenze dal punto di vista semiotico: ancora una volta il lettore si identifica con il personaggio (perché condivide con lui un sapere) ma lo fa ad un livello più alto rispetto al piano narrativo del testo. Potremmo esprimere questo concetto come segue: non è più il lettore a calarsi nella storia narrata dal testo ma è il protagonista di questa stessa storia a uscire dal testo elevandosi a figura onnisciente.

5 / Evoluzione della vicenda dopo il risveglio di Corto Maltese

Per comprendere la funzione narrativa di questa sequenza all' interno del testo, sintetizzerò brevemente l' evoluzione degli eventi dopo il risveglio di Corto Maltese. Soccorso dai compagni d' avventura (che insieme a lui sono sulle tracce dello smeraldo), Corto si risveglia dopo tre giorni di sonno. Grazie all' aiuto di Melchisedech e ad alcune indicazioni contenute nella lettera di Baron Corvo, Corto riesce finalmente a interpretare l' indovinello. Giunto sul luogo indicato dell' enigma e rimosso il sigillo di Salomone che chiude il nascondiglio, Corto vi trova una lettera indirizzata a lui dallo stesso Baron Corvo:

Caro amico, il 20 settembre 1911 provai la tua stessa delusione. Decifrai come te le scritte arabo-ruiniche che mi portarono al sigillo di Salomone. Lo smeraldo non c' era. Qualcuno arrivò prima di noi. Ma chi? Oppure Saud Kalula si è fatto beffa di tutti noi? Chi può saperlo? A me rimane solamente la possibilità di continuare questo beffardo gioco meraviglioso. Offrire agli altri la stessa ricerca (...).

6 / Funzioni narrative

La pertinenza che mi sono posta in questa analisi riguarda la funzione narrativa della sequenza del sogno all' interno del percorso generale del testo. La mia prima ipotesi era che, attraverso alcuni indizi, questa sequenza anticipasse, in qualche misura, lo svolgimento successivo della vicenda.
Il racconto di Saud Kalula non contiene in realtà alcuna informazione aggiunta rispetto a quanto Corto Maltese ha già appreso da Baron Corvo e dagli altri personaggi. Il sogno sembra piuttosto una rielaborazione caotica di informazioni spesso incoerenti tra di loro e rimescolate senza alcun ordine logico (esattamente quello che tutti facciamo nei nostri sogni).

L' importanza di questa sequenza risiede, io credo, non tanto nei dati utili allo scioglimento dell' enigma del talismano (assai pochi, come abbiamo avuto modo di vedere), quanto piuttosto nell' introduzione di un tema di centrale importanza in questo testo: l' avventura come regno meraviglioso e poetico del possibile. La conclusione del sogno di Corto anticipa in qualche modo l' ultima lettera di Baron Corvo e ancora di più anticipa il finale shakespeariano di questo racconto (di cui, più avanti, parlerò in dettaglio).
La lettera di Baron Corvo riproduce in un certo senso quanto accade nel sogno di Corto: ancora una volta un personaggio (il mandante delle imprese dei nostri eroi) inizialmente inserito, insieme a tutti gli altri, nell' intreccio narrativo del racconto, si eleva a supervisore onnisciente e osserva, per così dire, compiaciuto la soluzione dell' enigma.
L' isotopia tematica è ancora più evidente se analizziamo le ultime pagine di questa avventura: l' enigma della Clavicola è risolto; ritroviamo il nostro marinaio seduto in corte a chiacchierare con un pozzo (la cosa non sorprenderà il lettore attento, poiché questa, come lui sa bene, non è altro che una fiaba...). È la notte del 24 aprile e siamo sulla scala degli incontri: Corto chiama a sé tutti i protagonisti di questa avventura (finale, sequenza 1) e ringrazia i lettori per la loro attenzione (esattamente come sul palcoscenico del teatro elisabbetiano).
Prima di lasciare questa favola, Corto ritrova in una tasca dei pantaloni la Clavicola di Salomone (è sogno o realtà?). Il varco per entrare in nuove avventure è una piccola porta in cima alle scale (finale, sequenza 2).

Il finale shakespeariano di questa storia è reso possibile da una serie di dettagli e indizi disseminati qua e là nell' arco della vicenda. La ricerca della Clavicola non è altro che il livello più superficiale del tessuto narrativo: Corto Maltese prende il lettore per mano e lo accompagna in un viaggio iniziatico nel mondo dei sogni e delle fiabe. Senza il sogno di Saud Kalula saremmo certamente rimasti disorientati di fronte ad un finale tanto bizzarro: nella sequenza del sogno il passaggio da realtà a dimensione onirica è descritto attraverso una serie di isotopie figurative, di piccoli indizi che concorrono alla definizione di un mondo in cui tutto è possibile. Nelle ultime pagine questa meticolosa ricostruzione non è più necessaria, non ci stupisce più il fatto che un pozzo parli, che i protagonisti di una storia possano rivolgersi ai propri lettori o che una porta diventi il varco per nuove avventure.

7 / Costruire un lettore modello

Mi sembra doveroso concludere questa analisi con una considerazione generale sulle avventure di Corto Maltese riportando qualche altro esempio significativo rispetto agli argomenti di cui si è parlato.
Corto Maltese è nato come fumetto d' avventura. Nel corso degli anni il personaggio di Corto ha subito una certa evoluzione e si è arricchito di nuove valenze. Mentre nei primi racconti lo sviluppo narrativo ruota prevalentemente intorno all' azione, le avventure successive sono più ricche di contenuti concettuali o di fantasia. È interessante osservare come Corto Maltese abbia gradualmente costruito un proprio lettore modello attraverso una attenta gestione dei percorsi narrativi (come abbiamo visto nel caso di Favola di Venezia).
È chiaro che la riconoscibilità di un fumetto si basa sulla ridondanza di alcune tematiche e sulla costanza di determinate modalità narrative. Temi come la magia, il sogno, la fiaba sono senza dubbio isotopie fondanti rispetto all' identità di Corto Maltese; le sue avventure cominciano spesso con un sogno e contengono episodi narrativi del tutto analoghi alla sequenza da me analizzata. Queste oniriche visioni non sono quasi mai risolutive rispetto all' intreccio, non hanno valore descrittivo, non raccontano cambiamenti radicali nello sviluppo dell' azione; hanno invece la funzione di richiamare l' attenzione del lettore sul livello metafenomenico del sogno, cioè sul regno del possibile che genera e conduce ogni avventura. Corto Maltese non è altro che il protagonista consapevole di questi universi paralleli che guida il suo pubblico attraverso il magico mondo della fantasia.

Conclusioni

Nel paragrafo sulle funzioni narrative ho già accennato al cambiamento di prospettiva a cui questa analisi mi ha condotto. L' ipotesi da cui ero partita inizialmente spiegava la comparsa di un episodio onirico come elemento risolutore del nodo narrativo attraverso la presenza di alcuni indizi in grado di anticipare la successiva evoluzione della vicenda.
In Favola di Venezia, in effetti, una prima superficiale lettura può condurci in questa direzione; la soluzione dell' enigma è, dal punto di vista temporale, immediatamente successiva al risveglio di Corto Maltese nella casa di Louise Brook. Potremmo pensare, dunque, nonostante le incoerenze del racconto di Saud Khalula, che il sogno sia intervenuto, in modo misterioso, ispirando Corto Maltese verso la soluzione dell' indovinello di Baron Corvo.
L' ipotesi conclusiva a cui sono giunta è sicuramente più completa ed esaustiva: rispetto al punto da cui ero partita ho cercato di trovare degli indizi, nella parte conclusiva del racconto, in qualche modo legati tematicamente al sogno di Saud Khalula. I momenti chiave che ho individuato sono due: il ritrovamento della seconda lettera di Baron Corvo e il finale a sorpresa delle ultime pagine. Questi episodi hanno in comune con il sogno almeno due elementi: la presenza di una dimensione magica, del possibile, che è il "luogo" in cui ogni favola è generata e la presa di coscienza dei personaggi rispetto alla finzione scenica del racconto (come avviene nella Tempesta di Shakespeare).

Un' ultima considerazione riguarda il rapporto tra Corto e il proprio lettore modello: il racconto è costruito in modo da accompagnare il lettore attraverso questa avventura educandolo gradualmente alle apparenti incoerenze della favola. Questa strategia è una costante del fumetto di Corto Maltese che ha permesso al nostro eroe di evolversi e di costruirsi, nel corso degli anni, un pubblico affezionato.
La carrellata finale su alcune strisce tratte da Corte sconta detta arcana e La casa dorata di Samarcanda non è che un esempio della ricorrenza delle strategie narrative di cui si è parlato. Avendo a disposizione uno spazio maggiore, sarebbe interessante analizzare dettagliatamente, come è stato fatto per Favola di Venezia, anche questi ultimi casi. Probabilmente potremmo dividere questo gruppo di episodi in sottocategorie e spiegare in modo più puntuale il rapporto che li lega l'uno all'altro.

Corte Sconta detta Arcana (1974-75) / sequenza iniziale
La casa dorata di Samarcanda (1980) / sequenza del sogno

Bibliografia