6 ottobre, Discutere di pace e di guerra, 23:21
Stefano Bartezzaghi, IULM
Fin dall'antichità la guerra è stata considerata come una forma di agonismo.Oggipossiamo definire l'agonismo come una configurazione discorsiva generale, e generica, all'interno della quale si compie una trasformazione: in una data cornice avviene l'incontro di due soggetti tra loro pari (o supposti tali) che termina in una gerarchia, tale da far riconoscere un prominente e un soccombente. La forma essenziale di tale configurazione si ha nell'agonismo ludico, dove non ci sono altri oggetti di valore che la prevalenza sull'avversario. Ma oltre che nel gioco si ha agonismo nello sport, nella concorrenza commerciale, nella politica, nella guerra. È interessante comprendere quali parametri descrivono l'aggravarsi dell'agonismo. Per esempio, si può parlare di un passaggio dal simbolico al reale o è troppo semplicistico? Altri parametri possibili: comunicazione vs azione; istanza critica vs istanza corporea; convenzioni vs assenza di convenzioni.
La tipologia delle forme agonistiche che se ne può ricavare non è però stabile poiché vi agisce un principio dinamico, che nel discorso pubblico prende il nome di escalation.
▲ torna all'indice degli interventi