Ocula 4, dicembre 2003

Mappe glocali

 

di Davide Gasperi



L'articolo introduce al tema della progettazione di mappe interattive per il Web di cui vengono descritte le caratteristiche funzionali e comunicative. In specifico viene esposto l'approccio progettuale dell'autore alla realizzazione di mappe per reti civiche.




Nel corso degli ultimi anni lo sviluppo dell'informatica e della telematica ha aperto una nuova dimensione alla comunicazione visiva e alla fruizione dei testi: quella dell'interazione cibernetica mediata da oggetti grafici.

L'interazione mediata da artifici visivi non è tuttavia nata con i computer. Infatti, molta arte sperimentale tra gli anni Cinquanta e i Settanta aveva già percorso la strada del coinvolgimento attivo del fruitore nei processi di significazione delle opere. Una partecipazione attiva di tipo cognitivo o sensoriale veniva infatti richiesta ai partecipanti degli happenings e a chi si lasciava coinvolgere dalle installazioni dell'Arte Povera e dell'Arte Concettuale. Interventi manipolatori più diretti erano invece offerti da numerose opere del movimento per l'Arte Cinetica e Programmata. In questo caso si trattava di opere da toccare e agire, attraverso dispositivi plastici, cromatici, iconici per far scaturire significati esperienziali, istruzioni ricognitive sul sapere e sul mondo, stimoli percettivi. Si trattava di un'arte che 'viveva' e significava attraverso l'azione di dispositivi che erano funzionali e semiotici al tempo stesso.

Per mantenere una prospettiva storica, non si può inoltre dimenticare che tutto il good design da Peter Behrens in avanti ha progettato oggetti d'uso integrando organicamente la dimensione funzionale e quella comunicativa, anche quando si cercava una corrispondenza autoriflessiva tra forma e funzione.

Oggi l'ergonomia funzionale e comunicativa ha un ruolo importante nella progettazione industriale, specialmente per quanto riguarda il design delle interfacce dei sistemi informatici. In questo ambito progettuale il ricorso al visivo ha consentito lo sviluppo delle interfacce grafiche, una modalità interattiva che ha sostituito l'interazione scritturale delle interfacce a caratteri della prima era informatica. Finestre, icone, cursori, pulsanti, hanno così popolato lo spazio operativo a due dimensioni dei nostri display, avviando una florida e incessante sperimentazione di soluzioni grafiche e funzionali. In questo panorama la comparsa del Web, e dell'ipermedialità ha visto lo sviluppo di applicazioni di nuovo tipo, non rivolte alla ormai consolidata produttività digitale - di cui il word processing costituisce un esempio classico - ma orientate piuttosto alla veicolazione e alla fruizione di contenuti. E la novità semiotica apportata delle interfacce grafiche di questi dispositivi è stata quella di incorporare apparati iconografici connaturati alle tipologia dei contenuti che si rendono disponibili. In sostanza, oggi la veste grafica di un sito può intonarsi allo stile e alla natura dei contenuti esposti e l'ergonomia interattiva può avvalersi di repertori iconografici più ampi che in passato.

Un oggetto grafico interattivo che è comparso con il Web è quello delle immagini-mappa. Oggi esistono una infinità di immagini sensibili al clic del mouse ed esse assolvono ad una estesa varietà di funzioni nella consultazione dei siti. Questo articolo, che rielabora uno scritto del 1997, espone alcune riflessioni metodologiche e progettuali sul funzionamento e la produzione delle immagini mappa. Riflessioni emerse a partire dalla mia esperienza di progettazione grafica per la rete civica Iperbole del Comune di Bologna.

Facendo una prima ricongnizione sulle varie tipologie d'uso delle immagini interattive si può osservare che:

  • A mappe tematiche è affidato il compito di presentare l'ordinamento di contenuti e i servizi informativi di un sito suddivisi per categorie

  • Le mappe si prestano alla presentazione di cataloghi merceologici consentendo l'approfondimento sugli articoli

  • Mappe geografiche agevolano la navigazione planetaria

  • Mappe topografiche permettono conoscere in dettaglio luoghi reali fino ai toponimi e ai numeri civici

  • Illustrazioni-mappa' guidano la navigazione attraverso spazi simulati.

Dal punto di vista delle soluzioni rappresentative, oltre alle tradizionali tecniche cartografiche vengono utilizzati molti altri artifici:

  • Illustrazioni e foto per connotare contenuti e servizi dei siti

  • Organigrammi per visualizzare le relazioni tra i contenuti

  • Diagrammi topologici sovrapposti a schemi topografici per rappresentare collegamenti reticolari

  • In genere le tecniche proiettive permettono di presentare contenuti e servizi attuando strategie retoriche basate sulla metaforizzazione spaziale

  • Diffuse sono anche le vedute prospettiche e assonometriche di complessi architettonici e urbanistici virtuali e, all'occorrenza, reali.

Il valore aggiunto nelle mappe di navigazione

La mappa grafica permette di condensare nello spazio di un'immagine informazioni sui contenuti e i servizi offerti dal sito, fornendo, - talvolta - anche un quadro generale dei loro rapporti reciproci. In questo senso la mappa svolge una funzione analoga agli indici testuali.

Tuttavia, a differenza dei consueti indici, le mappe grafiche permettono di articolare uno spettro più ampio di parametri espressivi e si prestano quindi a veicolare informazioni ulteriori.

Si possono marcare gli elementi identificativi secondo le differenze tipologiche tra i vari contenuti e i vari servizi offerti dal sito, caratterizzandoli secondo lo stile grafico, comunicativo, retorico che si adotta. Si possono inoltre articolare rapporti tra questo piano - più rappresentazionale - e quello funzionale, riguardante gli elementi interattivi che servono alla navigazione.

Aspetti funzionali della mappa

Sul piano dell'architettura funzionale del sito la mappa svolge un ruolo importante per quanto riguarda l'efficienza della navigazione attraverso i contenuti.

Oltre a rappresentare l'articolazione dei contenuti e rendere riconoscibili gli elementi identificativi, la mappa deve preordinare l'accesso ai livelli informativi subordinati. Lì si possono trovare approfondimenti. Con eventualmente altre mappe o pagine, dove l'utente sceglie tra altre indicizzazioni dei contenuti più specifiche rispetto a una certa area tematica, funzionale, di servizio, eccetera.

In genere quando c'è una progettazione sistematica che tenga in considerazione questi differenti aspetti e li articoli in modo congruo (mappare i contenuti e rappresentare il concetto) il sito riesce a produrre un effetto di consistenza che lo rende percepibile e agibile come uno spazio. Non più solo un insieme di pagine informative ma un luogo.

Spazio, metafore e riferimento

La caratterizzazione spaziale può trovare molteplici soluzioni. Dipende dalle strategie rappresentative e di riferimento che si progettano. A seconda dei casi si può attuare una metaforizzazione spaziale che ricorre a consuete tipologie architettoniche e ambientali: il sito come centro commerciale, come galleria, come città, eccetera.

Ma il sito può riferirsi anche a luoghi reali (es. il sito di un museo). Talvolta, come nel caso di una mappa turistica dei monumenti, i contenuti possono mappare la spazialità dei referenti reali. L'esempio della mappa dei monumenti ci informa infatti che un certo edificio si trova su una collina. Si tratta di quei casi in cui la morfologia spaziale della realtà acquisisce un valore informativo.

3D, 2D e caratterizzazione spaziale

Il valore informativo dello spazio è decisivo nella scelta degli artifici rappresentativi più adeguati per rappresentarlo. In questo senso l'uso della terza dimensione pone dei problemi di efficacia e di usabilità dei siti. E' ciò che sostiene anche Jakob Nielsen, lo studioso di ergonomia dei siti web, che argomenta come la bidimensionalità sia in genere migliore della tridimensionalità nella grafica su schermo. Tra gli argomenti più stringenti che Nielsen espone nel suo 2D is Better Than 3D la considerazione che i dispositivi per interagire su uno schermo sono inadatti a muoversi nelle tre dimensioni, che il software per la navigazione tridimensionale richiede un certo tempo di apprendimento ed è informaticamente fragile, ma, soprattutto, che "la maggior parte degli spazi informativi astratti non è costituita da spazi fisici e quindi ha una resa scadente in 3D".

Per questi motivi allo stato attuale, o finché non si inventeranno artifici di spazializzazione multidimensionali efficaci, la navigazione attraverso spazi informativi è più efficiente attraverso immagini-mappa e indici testuali. E quindi la rappresentazione bidimensionale è sufficiente per garantire un efficace ordinamento spaziale dei contenuti e permettere un'agile consultazione del sito. Vedi l'eccellente De Digitale Stad, sistema di navigazione tra i servizi informativi urbani di Amsterdam che si propone come città digitale.

Riferimento a luoghi-comunità.

Il riferimento al tempo stesso a una località e a una comunità è un aspetto importante nella realizzazione di mappe per reti civiche.

Siti Web che come tutti sanno vengono realizzati dalle amministrazioni locali per gestire l'accesso ai servizi informativi sulla Pubblica Amministrazione e sulle varie risorse economiche, culturali, sociali, proprie di una comunità. La mia esperienza progettuale e produttiva di questo tipo di oggetti nasce appunto con la creazione di mappe per reti civiche, a partire dalla realizzazione della mappa di navigazione che ho elaborato per la rete civica di Bologna Iperbole a partire dal 1994 e successivamente per altre reti civiche per conto di Omega Generation Srl.

Mappa della rete civica Iperbole

Ordinamento dei contenuti e rete dei servizi informativi.

Le mappe servono per rappresentare l'ordinamento dei contenuti della rete civica e dei servizi informativi cittadini. Si tratta di insieme eterogeneo e mutevole di siti che appartengono a nuclei funzionali differenti (es: spettacoli e sanità) e sono gestiti talvolta da enti o aziende esterni alla rete civica stessa.

La rete civica da questo punto di vista si presenta come una struttura comunicativa che connette gli erogatori di servizi informativi di tipo differente, (assistenziali, amministrativi, culturali, sociali) e li presenta come risorse di pubblica utilità della comunità .

In questi casi le mappe hanno un compito rappresentativo duplice: uno rivolto ai contenuti del sito e l'altro alla rete dei servizi informativi urbani. Questo significa che navigando, fin dalla mappa si può saltare a siti informativi con logiche di interazione e comunicazioni differenti rispetto alla rete civica.

Da quanto detto consegue, secondo la mia opinione, che contenuti e servizi informativi di una comunità sono beni e attività immateriali che la rappresentano sia per gli utenti locali che per i visitatori esterni.

Singolarità culturali

Per questo genere di artefatti computergrafici ho realizzato immagini-mappa che rappresentano la rete dei servizi informativi tramite identificativi tridimensionali. Tali elementi vengono caratterizzati seguendo le richiestedei committenti e poi assemblati per creare le mappe.

Nei processi produttivi e trasformativi occorre inventare il modo in cui rappresentare i servizi informativi e le attività in modo che siano riconoscibili e favoriscano il raggiungimento dell'informazione. Talvolta, però questa operazione non può impiegare convenzioni iconografiche perché non ne esistono e deve quindi proporne di nuove, vedi ad esempio il caso dei Luoghi di culto - su cui ho già scritto per Ocula. In altri casi si procede alla trasformazione e aggregazione di elementi convenzionali, stilizzazioni, riproduzioni in scala, eccetera. In breve, tutto il campo delle soluzioni rappresentative è aperto all'invenzione e costituisce una delle aree di esercizio di questo approccio progettuale.

Nelle diverse realizzazioni ho tenuto in particolare cura la rappresentazione delle singolarità culturali delle comunità e dei luoghi a cui le mappe si riferiscono. Singolarità che si esprimono attraverso la condensazione negli elementi rappresentativi di tratti culturali, ad esempio a valori civici, assetti urbanistici, stili architettonici, e a persistenti o passate convenzioni iconografiche. I pittogrammi tridimensionali e il loro assemblaggio vogliono infatti proporre delle sintesi culturali, che tramite vari artifici semiotici ( simboli, metafore, allegorie, stilizzazioni, ...) rappresentano valori e significati locali con soluzioni morfologiche, compositive, cromatiche.

Così gli elementi centrali di alcune mappe, analogamente ai centri urbani italiani, sono il Municipio e i Luoghi di Culto e si affacciano intorno alla piazza (elemento di accesso ai gruppi di discussione nel caso d i Iperbole).

I Luoghi di culto, che danno accesso a una pagina dove si sceglie l'approfondimento tra i vari culti, evitano l'identificazione con la professione cristiano-cattolica, e questo rappresenta una forma di espressione di valori etici.

Gli elementi destinati a località emiliano-romagnole e rappresentate come spazi circoscritti sono sintesi di stilemi architettonici locali e si ispirano agli accostamenti cromatici predominanti in tali centri urbani.

Comune di Bologna

Pittogramma del Comune di Bologna

Nel pittogramma del Comune di Bologna, pulsante che dà l'accesso alle pagine informative dell'amministrazione, ho riunito vari elementi identificativi della città: la torre civica, i portici, lo stemma municipale cercando di condensarli in una specie di emblema che rappresenti le virtù civiche e le qualità storico-artistiche della città. In questo senso, la figura della torre civica costituisce un piccolo esercizio di stile sul tema iconografico specifico. La sua stilizzazione computer grafica si è dunque confrontata con l'iconografia storica cittadina che è ricca di mappe, bolli, illustrazioni. In essi la Torre di Palazzo d'Accursio ha avuto una grande varietà di raffigurazioni, differenti per almeno due parametri: dettagliatezza (il manufatto ha molteplici scale dimensionali in cui le proprie componenti risultano visibili e quindi leggibili, e non tutte possono essere rese in illustrazioni di dimensioni ridotte), e per sintesi stilistica, cioè per stilizzazione. Ovvero, riduzione della raffigurazione a quei costituenti morfologici e cromatici che risultano essenziali alla sua riconoscibilità e che configurandosi come soluzione rappresentativa costituiscono una interpretazione dell'opera.
Sotto la torre un accenno di porticato, riproduce un campione degli archi dei portici cittadini e quindi vale per la totalità urbana.
Lo stemma della città è invece collocato sul parallelepipedo minimale che rappresenta il fabbricato (il palazzo comunale ma anche l'intera città). E, come nel palazzo del Comune, esso è posizionato nel luogo in cui le insegne della città sovrastano l'ingresso principale.
In definitiva questa icona informatica apre l'accesso alle informazioni comunali e al tempo stesso cerca di raffigurare la municipalità.

Glocalità

La veicolazione di tratti di contenuto riferibili ad una località in oggetti comunicativi destinati alla comunicazione planetaria, ci consente di fare alcune ulteriori osservazioni circa i rapporti che si possono istituire tra località e globalità sul Web. L'approccio glocalista di queste mappe cerca infatti di mettere in relazione queste due dimensioni -apparentemente opposte- facendole intersecare nell'atto di consultazione dell'utente, cioè nella navigazione.
In questa prospettiva, la riconoscibilità dei pittogrammi è una dote essenziale: gli elementi interattivi devono essere utilizzabili a ogni latitudine e quindi devono impiegare convenzioni iconografiche condivise su scala planetaria. Si deve fare in modo che un visitatore neozelandese possa riconoscere i servizi informativi e i contenuti a cui può accedere e possa così svolgere agevolmente le proprie ricerche. Naturlamente, quando mancano convenzioni iconografiche sufficentemente condivise, l'attività di progettazione visiva può partecipare ai processi globali di elaborazione diffusione di convenzioni rappresentative.
Per quanto riguarda invece la relazione di distanza dell'utente si può ipotizzare che specie quando il visitatore è fisicamente e culturalmente distante, la rappresentazione delle singolarità della comunità di cui sta conoscendo servizi e contenuti gli possa fornire delle informazioni aggiuntive sul 'luogo' che sta visitando, lo informa insomma sulla differenza culturale. Se invece il visitatore è locale l'identificativo richiede la verifica della sua capacità rappresentativa, con possibili esiti di rifiuto o di identificazione.
Complessivamente si può duqnue sostenere che la mappa glocale cerca di proporre una informazione sulla località rendendola compatibile e qualificante per la comunicazione a scala globale.

Limiti stilistici e metodologia

Ovviamente l'intervento di caratterizzazione non può coinvolgere tutti gli elementi identificativi, i Mezzi di trasporto, ad esempio, rendono difficoltosa la localizzazione.s Inoltre, l'uso della tridimensionalità, pone quei problemi evidenziati da Nielsen. Infatti la costruzione degli elementi rappresentativi pone problemi di densità figurativa, di composizione, di riconoscibilità dei dettagli e spesso si lavora sulla soglia del kitsch rischiando cadute verso il lezioso o l'effetto cartolina.

Quindi a fronte di un campo di sperimentazione iconografica interessante, quello della sintesi culturale che vuole sposarsi con una riconoscibilità universale dei pittogrammi, in questo approccio sussistono talvolta problemi di efficacia funzionale e rappresentativa.