Ocula 3, febbraio 2003

€ Eurodesign

 

di Pier Pietro Brunelli



Quando nasce una nuova cartamoneta l’arte e la tecnica grafica sono chiamate a confrontarsi con la storia e l’evoluzione dei popoli. Le nuove ‘eurobanconote’ dunque, non sono solo una innovazione economica, ma anche una forma di comunicazione visiva che esprime una grande complessità di valori politici e socioculturali.


L’immagine del denaro rappresenta un valore economico, ma non solo. Essa denota una nazione, un periodo storico, simboli, tradizioni, personalità illustri. In pratica l’immagine del denaro costituisce il segno visivo più largamente diffuso di un determinato ordinamento politico-economico. Nella Roma imperiale le monete erano l’unica forma di comunicazione visiva in grado di esprimere la ‘romanità’ (ad esempio l’effige dell’imperatore) a circa cento milioni di persone.

Oggi, nonostante i media vecchi e nuovi, qualcosa di simile avviene anche per gli europei con l’Euro, se non altro perché esso sarà il più diffuso segno visibile e tangibile di Eurolandia. Ma la novità politico-numismatica dell’Euro è che esso non deve celebrare poteri e culture nazionali, deve invece far prevalere un ideale di transnazionalità, e quindi di cooperazione tra diverse identità e tradizioni. Ciò vale soprattutto per le banconote che a differenza delle monete presentano entrambe le facce uguali per tutti gli stati dell’Unione Europea (e del resto qui ci interessiamo esclusivamente delle banconote in quanto oggetti grafico-cartacei). Ecco allora comparire sulle nuove banconote i ‘ponti’, le ‘finestre’ e i ‘portali’ (meglio sarebbe dire ‘archi trionfali’) con i quali tutti gli ‘europei uniti’ devono ormai fare i conti… Si tratta di immagini che evocano la comunicazione e l’unione (i ponti, in particolare, come metafora politico-economica dell’Euro in quanto ‘moneta-ponte’); la trasparenza della vita pubblica e quindi il guardare al mondo con fiducia (le finestre); l’apertura delle frontiere e quindi la ‘celebrazione’ dei flussi di persone e di merci (i portali). Tali elementi architettonici esaltano anche la capacità del lavoro umano di creare grandi opere, e di perfezionarle nel corso del tempo (i diversi stili architettonici, dal romanico alle tensostrutture contemporanee, diffusi in tutta Europa).

L’architettura stessa connota ‘stabilità’, qualità essenziale per il valore di una moneta. Tuttavia gli gli elementi architettonici sono stati disegnati con il preciso intento di non far ravvisare alcuna similitudine con opere esistenti, e quindi ciò che i disegni in ultimo rappresentano sono ‘la potenzialità stessa del disegnare’. In tal senso si allude al fatto che il progetto precede l’architettura, ed il progetto è nella sua prima materialità un’opera grafica, dalla quale si può procedere razionalmente all’operosità e al costruire. Come dire che l’artificio grafico non è solo comunicazione rappresentativa, ma comunicazione contenente le istruzioni per costruire e per fare. Si può dunque interpretare il messaggio che queste banconote inviano agli europei come l’esortazione a progettare e a realizzare, incrementando l’inventiva tecnica e creativa, attraverso la quale lo stesso ‘ponte’, ‘finestra’ o un qualunque oggetto o concetto può essere ri-progettato e ri-creato. Da tale interpretazione semiotica dei principali segni dell’Euro risulterebbe che l’evolversi del grande ‘disegno’ dell’Unione Europea è fortemente connesso con la capacità di ‘disegnare e ri-disegnare’ cose ed eventi. Dunque, le nuove banconote europee ci offrono un metaforico esempio della potenzialità creatrice del ‘disegnare’.

Ma come sono nate queste ‘preziosissime immagini’ dalle quali dipende concretamente tanta parte dei nostri sogni e dei nostri destini individuali e collettivi? La selezione dei bozzetti per l’Euro ebbe inizio nel 1995, quando l’Istituto Monetario Europeo (divenuto poi la Bce , Banca Centrale Europea) stabilì che i temi guida del concorso per la creazione della banconota dovevano essere "Età e stili d’Europa" o anche "Moderno-Astratto". Nel 1996 Robert Kalina, diplomato presso la School of Graphic Arts di Vienna e consulente ‘visual’ per la Austrian National Bank, si aggiudicò la paternità creativa delle attuali euro banconote. Il suo primo strumento tecnico di progettazione digitale dei bozzetti è stato Power Macintosh (Adobe photoshop). In fase di realizzazione ha poi collaborato alle diverse fasi di elaborazione tipografica: sofisticate matrici offset, letterpress, silk screen, intaglio, watermarks, foil application, ed altre ingegnose tecnologie di stampa e antifalsificazione che vanno dall’utilizzo di speciali inchiostri cromo-fotosensibili al microprinting, alla calcografia (stampa a rilievo) e all’inclusione di ologrammi. Ma l’epopea ideativa che è giunta alla proposta di ‘ponti’, ‘finestre’ e ‘portali’ è risultata da lunghe ricerche iconologiche ed anche dalla consulenza di storici dell’arte e di un ingegnere, il quale ha collaborato affinché soprattutto i ponti avessero dato l’impressione di una effettiva stabilità strutturale. Di grande eleganza è il gioco di luci, ombre, trasparenze che talvolta si accentua nel riflettersi dei ponti nello specchio d’acqua di placidi fiumi.

Kalina, nelle sue prime ricerche iconologiche, ebbe modo di osservare che vi sono solo due simboli dell’Unione Europea diffusi ed accettati da tutti gli europei, questi sono la mappa dell’Europa e le 12 stelle della bandiera comunitaria. Pertanto ha inserito tali simboli nella banconota. Kalina ha dovuto poi ridisegnare più volte la carta europea in seguito a polemiche insorte a riguardo della necessità di non escludere isole come le Shetland, le Canarie, ecc. Al fine ha prevalso una ‘logica ed estetica grafica’, secondo la quale potevano essere rappresentati correttamente in scala solo territori di superficie superiore a 400 kmq. Altra questione geo-politico-grafica si è posta per la Turchia, da anni in bilico per il suo ingresso in Europa, rappresentata dunque con una tinta più chiara (come del resto anche l’Africa del Nord). Si potrebbe poi dire che la mappa, tagliando rigidamente il suo confine ad est, rivolge tutta la propria prospettiva simbolica all’Atlantico, e quindi all’Occidente. Insomma, il problema di evocare una identità unitaria e sopranazionale, esente da equivoci e da prevaricazioni, ma anche conforme a strategie e scelte di fondo, ha comportato la conseguente ricerca di soluzioni creative sul piano del design. Un altro esempio di ciò è riscontrabile nei colori delle nuove banconote, che potremmo definire piuttosto vivaci e luminescenti (ad eccezione del grigio della banconota da 5 euro), e che quindi non assomigliano ai colori delle vecchie valute nazionali, tradizionalmente piuttosto freddi, ‘slavati’ e spenti.

Del resto un’ evidenza che rende l’Euro cartaceo pressoché unico nella storia della moneta è l’assoluta mancanza da ambo le facciate di segni ‘ biografici e biologici’, ovvero non solo manca un personaggio storico o simbolico (vale a dire che nessun personaggio illustre può essere considerato equanimamente europeo), ma manca anche ogni traccia di altre forme viventi: animali o vegetali. (Se si vuole, l’unica eccezione antropomorfa è nella banconota da 100 Euro, ‘stile barocco’, ma si tratta di statue e telamoni). La grafica tradizionale della moneta cartacea, ha una certa cuginanza con l’araldica la quale, nei suoi sigilli e nelle sue icone abbonda di creature fantastiche o realistiche, di piante ed animali simbolici, di fregi e decorazioni faunistiche e floreali. Un rigoroso astrattismo si può forse rintracciare solo in qualche banconota della cultura islamica. Un esame ad occhio nudo delle nuove banconote europee non consente di scovare nulla del genere. Il sottilissimo gioco grafico di sfondo — intrecci curvilinei, effetti optical, giochi in pluritexture - che come in ogni banconota costituisce la estetizzazione di certosine strategie antifalsificazione, è qui lasciato ai virtuosismi astratti, che in qualche modo sembrano rinviare ad una struttura tessile. Inoltre nella facciata principale è raffigurata una colonna policroma la cui tridimensionalità è resa da un reticolo di filamenti… forse un’allusione alla rete di Internet e alla future economy? Altro fattore novità in campo numismatico, passato e presente, è costituito dal valore della moneta espresso solo in numeri e non anche in lettere. E’ ed è in effetti la cifra numerica, ben evidenziata e ripetuta ad aggiudicarsi un effetto primadonna nell’immagine complessiva della banconota. Ancora una volta la preoccupazione comunicativa è quella di non dare luogo ad alcuna ‘interpretazione nazionalistica’, per quanto attiene a personaggi, elementi naturalistici, simbolici, linguistici, coloristici, paesaggistici. Il messaggio visivo dell’Euro con la sua diplomatica neutralità sembra indicare che una identità europea resta ancora in gran parte da progettare e da costruire. D’altra parte la difficoltà di questo grande progetto epocale sta proprio nella ricerca di uno spirito europeo capace di esprimere una autentica coralità, pur preservando le diverse anime delle tradizioni nazionali e locali. Lo E-day: il giorno dell’Euro (1° Gennaio 2002), con le relative campagne pubblicitarie per la divulgazione della nuova moneta (altro fenomeno comunicazionale che connota la singolarità dell’Euro) sembrano fino ad oggi costituire il più grande evento europeo, se non altro per la sua capacità di coinvolgere tutti gli europei. Eppure, il rischio è proprio quello di un’ Europa che appare più ricca di denaro, ma non ancora abbastanza ricca di spirito (si ricordi che nel Faust di Goethe il grande ‘teorico’ della cartamoneta era Mefistofele …). La nuova moneta rappresenta un grande evento storico che va celebrato, tuttavia anche in questa occasione, bisognerebbe non eccedere in un’immagine dell’Unione Europea troppo fondata sul denaro, sui grandi interessi economici, le industrie, i consumi, e troppo poco sulle idee, i valori, l’ambiente, la vita… europea e non.

Nota

- Per un approfondimento sulla ‘Semiotica del denaro’ si segnalano gli atti del I Congresso Internazionale di semiotica del Testo tenutosi presso l’Università di Siena nello scorso settembre. I relatori, tra i quali Umberto Eco, Omar Calabresi, Ivan Almeida, Marc Shell, Giovanni Manetti, Paolo Fabbri, hanno esposto tematiche relative al denaro in quanto metafora-segno, che condiziona la vita degli individui e dei popoli non solo per il suo valore economico, ma anche per la sua natura simbolico-comunicativa - www.unisi.it

- Per una analisi comparata tra l’immagine dell’ Euro e quella di altre valute si consulti:

http://www.infol.it/monete/index.htm

http://www.cronum.com/

- Interessanti osservazioni di carattere psicologico, percettivo e comunicativo sul denaro si possono trovare in Ferrari, L. e Romano D.F. Mente e denaro. Introduzione alla psicologia economica, Milano, Raffaello Cortina, 1999.


Pier Pietro Brunelli